Carcere, “Diritti e Castighi”: in un libro il tema dell’umanità cancellata – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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Carcere, “Diritti e Castighi”: in un libro il tema dell’umanità cancellata

Martedì, presso la libreria Torre di Abele, è stato presentato il libro “Diritti e Castighi”, scritto dal direttore del penitenziario milanese di Bollate Lucia Castellano e dalla giornalista Donatella Stasio. Hanno introdotto il tema dell’”umanità cancellata” dietro le sbarre una sapiente prolusione di Giancarlo Caselli, Procuratore Capo di Torino, che ha offerto un puntuale quadro della popolazione attualmente detenuta in Italia – e dell’impianto normativo di riferimento per la sua gestione – e Rosita Ferrato, che ha presentato il punto di vista del “non addetto ai lavori” di fronte ad un libro sul carcere particolarmente schietto e interessante: “Mai finora si era potuto intuire quanto la realtà del carcere sia complessa, una realtà fatta di regole dette e non dette, di immobilismi istituzionali e di sommersi per la sopravvivenza in nome di una pax carceraria che troppo spesso si sostituisce all’impegno di concretizzare il dettato normativo che impone l’impegno al reinserimento. Un vero caleidoscopio di storie umane che chiedono dignità. Un grido di aiuto da parte di chi lavora o vive in carcere e chiede sensatezza della pena nel rispetto dei principi di legge”.

All’incontro ha partecipato anche Claudio Sarzotti, docente di sociologia giuridica nella facoltà di Giurisprudenza di Torino, che ha rimarcato il segno evidente nei numeri: gli studi sulla recidiva danno ragione all’interpretazione più ferma di un impianto normativo che richiede, specie per i detenuti comuni, una progressiva risocializzazione che riabitui alla libertà immagazzinando valori di legalità e rispetto dei consociati già nel corso dell’espiazione e non è un caso se i tassi di recidiva sono notevolmente più bassi quando le persone detenute hanno potuto fruire di misure alternative prima della scarcerazione. L’operatore sociale del Pioppo di Napoli e del Progetto Arcobaleno, Giuseppe Battaglia, ha sottolineato come l’osmosi concreta dei valori tra mondo dietro e fuori dalle sbarre ci stia segnalando l’esigenza di chiedere consapevolmente ragione di diritti lesi, calpestati per i detenuti e per chi lavora in questo settore, come è doveroso fare per i diritti lesi dei cittadini liberi, non potendo assimilare la poca visibilità dei problemi alla rimozione di essi.

Le autrici hanno evidenziato alcune delle tappe della loro esplorazione attenta e onesta della realtà carceraria italiana: il sovraffollamento insostenibile (anche per la forte presenza dei cd. occupanti abusivi del carcere, cioè tossicodipendenti e stranieri senza permesso di soggiorno), il dramma delle condizioni igienico-sanitarie disumane, l’abbrutimento, gli sprechi di risorse economiche e sociali.
Dall’uditorio è emersa l’esigenza di approfondire in termini di concretezza i problemi evidenziati e troppo spesso liquidati tramite slogan: la “sicurezza sociale” passa anche e non solo attraverso il carcere e “la certezza della pena” dev’essere invocata dai cittadini non come chiusura a chiave fino all’ultimo giorno, in uno stato di perverso annullamento della persona, ma come certezza di una pena utile, che sia strumento per educare ad una libertà consapevole e rispettosa della legalità.

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Diritti e castighi di Lucia Castellano e Donatella Stasio

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