Il ”record” di Torino: 8 sfratti su 10 per morosità – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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Il ”record” di Torino: 8 sfratti su 10 per morosità

Gennaio 2009 – La casa non è più un diritto. Tricarico (comune Torino): “L’accesso all’abitazione è diventato impossibile”. E chi ha un mutuo di 30-40 anni rischia di “trovarsi senza soldi e senza casa”.

TORINO – Una società cambiata, impoverita dalla crisi, con l’allargamento delle fasce deboli e con un’immigrazione non solo interna, ma dall’Europa e da paesi più lontani. In questo contesto, la richiesta di soluzioni abitative si è fatta più urgente ed ha nuove caratteristiche. Il problema della casa si è evoluto con la storia del nostro paese, e mentre negli anni ’50- ’60 quello della casa era un diritto, 40 anni dopo è tutto cambiato. “Per molti italiani avere la casa di proprietà è la prima aspirazione; – spiega Roberto Tricarico, assessore alle Politiche per la Casa del comune di Torino – la televisione dichiara che l’80% degli italiani è proprietario della casa in cui abita, ma non è vero: molti hanno un mutuo di 30-40 anni, e questo significa compromettere il proprio futuro, rischiando di trovarsi senza soldi e senza casa”. E mentre un tempo, mettendo da parte per un anno e mezzo-due, uno stipendio intero si riusciva a comprare, oggi non si riesce neanche in 6 anni. ”L’accesso all’abitazione – afferma Tricarico – è diventato impossibile”.

L’assessore mette le cifre nero su bianco: se mediamente di 1.000 euro di stipendio, 600 vanno via per l’affitto, senza contare le utenze, “diventa impossibile rimanere nel mercato privato della locazione”. Il record di Torino: negli anni passati, su 100 sfratti, 80 erano per finita locazione, 20 per morosità; oggi l’80% sono per morosità, il 20% per finita locazione. “Questo significa che 8 sfratti su 10 sono per morosità. E non perché non vogliano pagare l’affitto, sottolinea Tricarico, ma perché non ce la fanno”.

È cambiato il modo di vita: in Italia, un paese quasi a natalità zero, si è assistito ad un incremento di oltre 2 milioni di nuclei familiari (21 milioni di nuclei familiari: non solo single, ma anche famiglie mono genitoriali, anche perché sono aumentate le separazioni). Si è verificata anche una crescita del costruito, ma di case private, non case popolari. E mentre una volta venivano edificati 36.000 alloggi l’anno, negli ultimi anni in Italia sono 1.500 le nuove case popolari che sorgono ogni anno. ”Lo sbilanciamento è tale da non soddisfare la domanda. Anche a Torino, nonostante non ci siano le difficoltà di altre città italiane, siamo in una situazione di tensione abitativa”.

Nel capoluogo piemontese la situazione è relativamente buona, mentre in altre grandi città come Roma o Milano è invece critica. A Roma 36.000 sono le famiglie in lista d’attesa, nel triennio sono state assegnate 735 case popolari (un numero che a Torino viene assegnato in un solo anno) e vi è un abusivismo secondo solo a Milano (dove sono 4.900 gli occupanti abusivi denunciati penalmente e 28.000 sono in lista d’attesa). “Aggiungendo anche Napoli, continua Tricarico- la situazione è drammatica. Sono necessarie quindi delle politiche a livello nazionale”. “La politica per la casa non è solo politica della casa popolare” continua l’assessore, e non deve solo rivolgersi alle famiglie che pagano un mutuo, ma anche a quelle in affitto, perché si tratta comunque di persone che devono sostenere un costo per rimanere nella propria abitazione”. Il contributo per l’affitto deve arrivare subito, conclude, e non 2 anni dopo. Anche perché nel frattempo c’è il pericolo che vengano sfrattati. (vedi lancio successivo)

di Rosita ferrato

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