La Madonna di Trapani a… Tunisi – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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La Madonna di Trapani a… Tunisi

TUNISI – Tempo di emergenze e, anche a Ferragosto, ci si organizza. Alla Paroisse Saint Cyprien si arriva un’ora prima ma la chiesa è già piena e sono in vigore le misure di distanziamento sociale. Dopo aver impedito alla Madonna di uscire dal mare e di circolare per il Paese, oggi si tengono “allargati” pure i fedeli. Fuori dalla eglise sono infatti piazzate panche, sedie e uno schermo gigante, in modo che tutti possano seguire la funzione; oltre alle mascherine obbligatorie (la kamama la chiamano qua, la museruola), gel e transenne; a disinfettare la zona arriva anche un tecnico, con tanto di tuta e spruzzino.

È presente una rappresentativa dell’Europa; signori, per di più, di una certa età e non molto numerosi, e poi c’è la giovane comunità africana sub-sahariana. Dei tunisini. Tutti si mescolano, per una folla che raggiunge le mille persone.

È la festa dell’Assunzione a La Goulette, sobborgo di Tunisi che un tempo contava una comunità italiana numerosissima (qui è nata anche Claudia Cardinale), tanto da avere al suo interno un quartiere chiamato La Piccola Sicilia. «Negli anni ’60 e ’70 ero un ragazzino – mi racconta un cordiale signore tunisino, venuto ad assistere alla processione. – La madonna veniva portata in giro per il paese, c’era una grande festa con i fuochi d’artificio. Poi, con Bourguiba e l’indipendenza, tutto si è ridotto. Come vede, alla statua della Madonna di Trapani è consentito giusto di uscire sul sagrato dalla chiesa e di tornare. Anche la comunità italiana, nel tempo, si è molto ridotta».

La messa dell’Assunzione di Maria, fino al 1962, prevedeva in effetti anche la processione della Madonna di Trapani fino al mare. Ma è rimasto un avvenimento importante per la comunità cristiana di Tunisi.

Tempi difficili nel mondo e in Tunisia: prima la minaccia del terrorismo, poi il virus. Qui, nella capitale, si vive ancora bene; anche se, in questi ultimi giorni, la paura tra la gente sta di nuovo aumentando. Nei souk e nei caffè si gira tranquilli, ma è tornato l’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi, come i grandi magazzini; e ci sono anche tanti, soprattutto le donne (velate e “mascherate”, complice la temperatura di 40 gradi hanno occhi desolati) e i meno giovani che la indossano per strada.

I tunisini sono sempre accoglienti e cordiali, ma la domanda che serpeggia, tra i taxisti e i commercianti, spesso è: «Sei qui da molto?» Una formula gentile per capire se si abita lì o si è, in qualche modo, “importati” . Alcuni casi di covid-19, infatti, stanno arrivando dall’estero: dalla Francia, da tunisini residenti all’estero. E la diffidenza verso lo straniero cresce.

Ma torniamo alla messa: tanti preti di colore, giovani e molto devoti, lo sguardo pieno di luce; l’officiante, predica in francese. Cita subito l’attualità, il covid, il Libano. Fuori dalla chiesa, donne velate guardano, partecipano a modo loro; emozionano il coro e la danza elegante delle ragazze di colore, che portano doni alla Madonna. Il Gloria trascina, è ritmato, coinvolgente, non fa rimpiangere la mestizia dei canti delle beghine nostrane. All’esterno, lo schermo gigante funziona e non funziona, proprio come capita alle nostre cose in Italia. Fa caldo, ci si sventola: ma nessuno se ne va, rapiti dalla cerimonia e ansiosi di vedere la Madonna che esce dalla chiesa. Canzoni moderne, letture in francese, in arabo.

«Religioni diverse arrivano allo stesso dio – predica l’arcivescovo di Tunisi, Ilario Antoniazzi- non ci sono divisioni, difficoltà di parlarci. Cosa serve conquistare Marte o la Luna se non riusciamo a vivere come fratelli su questa terra?» Cita papa Francesco. «La Madonna è la nostra mamma: di musulmani, ebrei, cristiani. Non accetta che i suoi figli siano divisi. La vergine è la mamma di tutti».

La Festa della Goulette fa parte del folklore, dello spirito e della cultura locali. L’uscita della Vergine per il popolo rivela un segreto: è incinta, e si mette in viaggio. Vuole uscire, andare verso il popolo tunisino e si mette al suo servizio; le persone della piccola Sicilia che venivano qui per lavorare erano ben volute. Hanno preso l’immagine della Madonna di Trapani portata dalla Sicilia per vivere con loro. E gli abitanti della Goulette l’hanno accolta e rispettata. È la stessa rotta, all’inverso, del viaggio dei migranti di qui. «Dalla Sicilia verso la Tunisia hanno attraversato il Mediterraneo per arrivare qua – prosegue l’officiante.  – Solo la Tunisia è capace di questo bel gesto».

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