2017 a Tunisi – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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2017 a Tunisi

Il capodanno a Tunisi, quest’anno e forse ogni anno, inizia presto e finisce presto, almeno per i più.
Durante la giornata, tutti ci si affolla (donne, uomini, famiglie) a comprare il gateau, la torta, l’unico vero must – assieme al pollo – della cena del 31 dicembre. Torte di tutti i tipi con la scritta, o una “targhetta” di cioccolato con Amm Said, oppure bon annèe 2017, buon anno.
Niente botti, nel centro, né quel giorno né i giorni precedenti; i caffè dell’Avenue Bourguiba come quelli di altri quartieri, come Ennasr (zona chic detta la piccola Tripoli per la presenza di libici), all’ora di cena sono quasi tutti vuoti; i ristoranti “normali” hanno dei clienti, ma tutto è più o meno come al solito, niente menu speciali, né prezzi maggiorati.

Le strade pullulano di Polizia, posti di blocco ovunque: è comunque una notte particolare, da attenzione; i controlli sono a tappeto, e anche noi veniamo fermati, in una rotonda, tornando da Ennasr.
L’italiana viene esonerata dalla richiesta dei documenti, mentre al tunisino vengono chieste generalità, patente e documenti. Scende dalla macchina e aspetta sia dato l’ordine che tutto è in regola: alla fine, è tutto ok, e l’agente ride contento, scoprendo di avere trovato nel mio compagno di viaggio un compaesano del sud, e ne approfitta, in questa notte di lavoro, per fare due chiacchiere veloci e scambiare gli auguri.

Arriviamo al parking pubblico del centro città, ingresso sbarrato, si trova la transenna e l’addetto ferma per altri controlli di rito: guarda sotto la macchina e apre il bagagliaio, e solo dopo apre il cancello.

È ancora presto, ma nelle strade compaiono i primi ubriachi, sdraiati in terra, cantano.
Giovani, o stranieri, alcuni organizzano delle feste private, mentre nelle località alla moda propongono concerti, veglie o feste con ospiti celebri cantanti; gli alberghi offrono le tentazioni più varie: prezzi ribassati, programmi di animazione, galà e serate con star e starlette locali e straniere. Ci sono poi quei tunisini, e non solo i più ricchi, che amano trascorrere il capodanno all’estero, e infatti le agenzie di viaggi propongono offerte di tutti i tipi: escursioni verso le destinazioni da sogno in Europa, in Asia e in Medio Oriente, oltre alle crociere che comprendono il veglione.

Ma proprio tutti in questo paese festeggiano il Capodanno? Alcuni sì, altri no, ma anche chi sta a casa avrà in tavola i grandi classici del capodanno: pollo o tacchino, antipasti, frutta secca, dolcini, frutta e verdura, senza dimenticare i regali da scambiarsi tra persone care e ai bimbi. Per tanti è una bella occasione per incontrare i parenti, le persone care e gli amici davanti a una bella tavola imbandita.
Alcune donne, delle classi più agiate, o quelle che hanno un po’ di disponibilità, fissano con largo anticipo l’appuntamento dal parrucchiere e dall’estetista per iniziare l’anno con un nuovo look e hanno così un’ottima scusa per arricchire il guardaroba di una nuova tenuta da sera, una borsa alla moda o un paio di scarpe fashion chic.

Ci sono poi quelli che invece si rifiutano di festeggiare il 31 e non se ne interessano. Su La Presse, il quotidiano più noto in lingua francese, si legge la testimonianza di una donna*, un quadro amministrativo, che dichiara: “Per me e tutta la mia famiglia capodanno è un giorno come un altro perchè è una festa simbolica dei cristiani e che onora la circoncisione di Gesù. Mica i cristiani celebrano le feste musulmane! Allora, si ha bel essere tolleranti, ma trovo fuori luogo il comportamento di alcuni cittadini che per esempio festeggiano San Valentino, Natale e Capodanno”.
Un’altra donna Samira Mitri, madre di due bimbi rincara la dose: “Sono cresciuta in una famiglia che celebra con fasto le feste del Mouled**, i due Aid e il nuovo anno dell’egira in ricordo degli avvenimenti storici fatti di combattimenti, di sacrifici e di successo. E da allora fino ad oggi, ho perpetrato queste tradizioni dove l’arte culinaria è presente con forza”.

Fatto sta che il 31 dicembre il centro di Tunisi alle nove di sera è vuoto: “D’inverno è così – mi dicono – la gente va a letto presto, e la sera dell’ultimo dell’anno non fa eccezione”.
Torno nella mia casa della medina: dalla mia finestra, sul tetto di fronte, scorgo degli uomini al buio, illuminati solo con la luce fioca del cellulare, camminano e parlano, uno di loro singhiozza. “E’ il vino – mi spiegano. Fa impressione comunque: si pensa alla gioventù di questo paese, ai problemi, dalla tristezza che irrompe in tanta bellezza.
Un uccellino notturno canta, un altro gli risponde, un cane abbaia: sono gli unici suoni della medina alle dieci e mezza, il resto è silenzio.

Più tardi si sente della musica in lontananza, qualche fuoco d’artificio; nella medina qualcuno fa festa: è mezzanotte.

Anche l’anno scorso, il 31 dicembre, ero qua a Tunisi. L’atmosfera era sicuramente più tesa, anche solo per il fatto che c’era il coprifuoco. (E poi era stato un anno orribile, di attentati). C’erano come quest’anno controlli di Polizia a tappeto, e poca gente in strada, tanti erano rimasti a casa per paura, o forse anche solo perchè a mezzanotte, allo scadere del nuovo anno, sarebbe scattato il coprifuoco, e sarebbero dovuti tornare a casa comunque.
Il medesimo modo discreto per festeggiare l’ultimo giorno dell’anno: la gente affollata nelle pasticcerie per il dolce, nel pomeriggio un’ultima corsa per gli acquisti della cena.
Erano state per lo più a casa, le persone, con la famiglia; niente botti anticipatori, e se non fosse stato per le scritte dei negozi che anticipano l’anno nuovo, sarebbe sembrato un giorno come un altro.
Aam Mabruk, augurio di buon anno.

Rosita Ferrato

*fonte La Presse 31 dicembre 2016
**Maulid, Mulid, Mouloud ecc., è un giorno islamico che celebra il giorno natale di una santa persona. In particolare si onora la data di nascita del profeta Maometto (Mawlid … )

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