Un mondo Mediterraneo – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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Un mondo Mediterraneo

Faouzi Ben Abidi ha tutto ciò che serve a un archeologo per diventare un ottimo professionista: è giovane ed entusiasta, pacato e misurato, colto, ha l’eloquio brillante e la curiosità di chi vive la sua professione come una missione e una passione totalizzante.

Dottorando all’Università di Tunisi I, è nato in un piccolo villaggio tunisino ed è cresciuto leggendo e informandosi molto sulla civiltà greca, sulla Mesopotamia e sull’origine della sua stessa comunità.

Dopo aver approfondito la conoscenza della lingua latina, del greco antico e dell’ebraico, ha iniziato a partecipare ai primi progetti su siti archeologici per saggiare sul campo le competenze acquisite in aula: «Nel corso degli scavi e delle missioni ho fatto molte scoperte emozionanti, ogni zona ha le sue peculiarità. A Cartagine, per esempio, ma non solo: certo è che la tecnologia aiuta molto noi archeologi, rispetto al passato. Mi viene in mente, per esempio, l’uso dei droni, che ha facilitato parecchio il nostro lavoro di ricognizione». Ma certi capisaldi dell’archeologia non mutano col passare del tempo: chi lavora a un sito ha il dovere di documentare con pazienza, di preservare e di ricostruire correttamente gli eventi storici per sistemarli nel giusto arco temporale. Uno dei progetti che hanno interessato Ben Abidi è stato quello nella zona nord dell’antica Utica, le cui rovine sorgono a pochi chilometri da Cartagine. Nell’antichità, Utica è stata una florida colonia fenicia e alcune vestigia suggeriscono che sia stata fondata ben prima di Cartagine stessa.

Attualmente, Faouzi Ben Abidi è impegnato in una fruttuosa partnership con Sofia Argyropoulou, responsabile del Centro Culturale Greco di Tunisi, con cui sta realizzando un lavoro di grande respiro e di altrettanto interesse, dal titolo evocativo: «Un mondo Mediterraneo: Grecia e Tunisia, ascendenze comuni, dialogo e scambi culturali». Abidi ha sottolineato l’importanza di richiamare l’attenzione del pubblico sulle contaminazioni culturali del Mediterraneo: «Credo sia importante riuscire a trovare sempre nuove maniere per diffondere la nostra cultura, in questa terra che ci accoglie. Questo progetto, in cui credo molto, abbraccia l’antichità greca e quella tunisina. Abbiamo diviso questo lavoro in quattro categorie: mitologia, storia classica, periodo bizantino-paleocristiano e, infine, storia moderna. Studiando la mitologia si trovano indizi che provano l’anzianità delle relazioni culturali tra i vari popoli della zona. Per la storia classica, abbiamo studiato Cartagine e Atene, raffrontato la letteratura, analizzato la vita quotidiana dei tempi, la religione, le tradizioni, le produzioni artigianali come quelle di ceramica. Il nostro obiettivo è ambizioso ma crediamo sia raggiungibile: vogliamo evidenziare gli elementi culturali comuni della Grecia e della Tunisia dall’antichità ai giorni nostri, attraverso fonti antiche e moderne».

Rosita Ferrato

 

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