Klim, ma in miniatura – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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Klim, ma in miniatura

La mia amica Marwa è arrivata una mattina con un cadò. E siccome in Tunisia stanno per iniziare le scuole, l’ha trovato in una libreria cartoleria del centro. Lo usano le bambine a scuola, mi racconta. È come per noi il ricamo, rifletto, pensando alle mie scuole elementari.

È un klim in miniatura, ma da creare. Con il suo piccolo telaio, il pettine per serrare bene i punti, l’ago lungo e il rocchetto per imbastire il lavoro. È tutto in taglia ridotta, in plastica, con gli strumenti per comporre da sé un vero piccolo manufatto.

Il principio è sempre uguale, la tecnica la stessa, mi insegna, per i klim tradizionali e per tutti i tappeti.

E mi fa vedere come si fa.

Ma prima, un piccolo dizionario (da La Presse Magazine):

Tappeto: un aneddoto attribuisce a Kemla, la figlia di un governatore turco di Kairouan (città tunisina famosa appunto per i suoi tappeti), l’introduzione nel 1830 del tappeto a punti annodati d’ispirazione anatolica. In realtà, la tessitura di questo oggetto esisteva molto prima, e oggi il tappeto a punti annodati è prodotto in tutte le regioni della Tunisia.

Klim è un tessuto in lana composto da bande unite, parallele, di diversi colori. È utilizzato come decorazione murale o come tappeto da mettere a terra.

Mergoum: altro tessuto in lana usato come tappeto a terra; si distingue dal klim per i “regma” o motivi che lo decorano.

Fouta: accessorio di moda, declinato in vari colori, utilizzato generalmente all’hammam o alla spiaggia, lo si può far diventare tenda, tovaglia, tessuto per i cuscini, telo da bagno ecc.

Arazzo: nato dall’abilità degli artigiani a trasformare il vello delle pecore in un filo di lana resistente e colorato. Queste lane sono lavate nell’acqua pura delle sorgenti prima di essere cardate, filate e torte. Artisti e pittori si interessano e si dedicano sempre più all’arazzo, creando nuove ricchezze del patrimonio tunisino.

Ma torniamo a noi. E’ un klim, o mergoum in miniatura quello che ha portato la mia amica. Ed essendo lei anche la mia insegnante di tunisino, quest’oggi, con mia grande gioia, invece di declinare verbi, imparerò a tessere.

Mi prepara il telaio, spiega dove fare passare i fili: uno sopra e uno sotto, uno sopra e uno sotto, con un lungo ago; finita la riga la si serra bene con il pettine, e piano piano si creano file con diversi colori, composti a seconda del proprio gusto.

Provo, non è difficile, è divertente ed è un esercizio anti stress. È il compito per la prossima settimana.

Come per tutte le cose nuove, mi ci vogliono giorni e qualche difettuccio per finirlo, ma alla fine verrà fuori. L’ho fatto io, e mi sento fiera come una bambina tunisina.

Ora il mio personale klim lo potrò appendere al muro e sentirmi ancora più vicina a questo paese.

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