Un’Italia in guanti bianchi – Rosita Ferrato, giornalista, scrittrice, fotografa
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Un’Italia in guanti bianchi

Abbiamo intervistato per voi un personaggio che in quel periodo c’era: Felice Govean, della loggia Ausonia di Torino nel 1859.

La prima domanda: cos’è la Massoneria ? E …l’Unità d’Italia è in qualche modo connessa alla massoneria di quegli anni?
Ecco, io in effetti ritengo che furono i “Guanti Bianchi” risorgimentali i veri padri fondatori dell’unità nazionale.
Ma … esaminiamo prima che cos’è realmente la Massoneria.
La Massoneria è un’istituzione iniziatica che accomuna persone di buoni costumi con l’obiettivo di cercare la propria emancipazione interiore e il miglioramento degli uomini senza distinzioni di razza, di religione o di idee politiche per il trionfo degli ideali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. In Italia, dopo il periodo napoleonico, gli ideali della Rivoluzione francese furono sostenuti dalla Massoneria e dalla Carboneria nonostante e contro la Restaurazione dei sistemi assolutisti. Non a caso molti dei patrioti e degli uomini nuovi del risorgimento appartenevano o erano vicini alla Massoneria. Non a caso, proprio da questo contesto si diffusero iniziative di solidarietà sociale volte al miglioramento del livello di istruzione e dell’assistenza alle fasce più bisognose anche facendo leva sul principio di solidarietà reciproca che lega tra di loro i “fratelli” …

Ma non sempre i pareri sulla massoneria sono benevoli, anzi…
È vero: i denigratori asseriscono che questa “obbedienza” che collega in maniera organizzata uomini in tutto il mondo a prescindere dal ceto sociale e dal credo politico o religioso sia un’ istituzione pericolosa. Ai miei tempi si riteneva la massoneria un “serpente verde” che minava la stabilità dei governi assolutisti e sgretolava il principio fondante del potere temporale della Chiesa cattolica non riconoscendo alcun primato ad alcuna religione in particolare: per certi versi veniva anche ricollegata agli interessi dell’imperialismo britannico. Oppure, la si considerava un’organizzazione mondiale gestita misteriosamente dal potere ebraico o comunque dei miscredenti, anche perchè parliamo di epoche in cui i protestanti erano eretici e gli ebrei scontavano il fìo di avere ucciso Gesù.
Altre persone ancora paragonano la Massoneria ad una specie di religione, per la presenza di rituali e simboli, nonché di templi dove ci si riunisce. Ma non è corretto:
la Massoneria si occupa del rapporto etico che c’è tra gli uomini, pur riconoscendo un Essere Superiore in cui credere qualunque sia il culto seguito dai singoli.

Ma la massoneria è una società segreta?
Diciamo che è un’istituzione che ha la connotazione di riservatezza e che in alcuni frangenti storici si è dovuta autotutelare dalle persecuzioni anche limitando la propria visibilità…
Ma nel XXI secolo non si può parlare di segretezza a fronte di riviste o siti web ove sono accessibili i principi di riferimento, gli atti di convegni, gli indirizzi delle logge, i nomi dei referenti più importanti, oltre al fatto che anche nelle biblioteche si trovano libri e pubblicazioni varie in merito e che, al pari delle altre associazioni, vengono forniti tutti i dati richiesti alle Autorità dello Stato. È chiaro che la storia ci insegna che neppure la Massoneria è esente da fenomeni negativi di devianza, connotata da scopi politici o affaristici, ma, a rigore, chi entra in loggia deve dimostrare di non avere problemi con la legge e di essere una persona onesta, che entra in loggia non per fare l’eversivo o avere scorciatoie nella carriera ma per sostenere un confronto tra le persone in termini costruttivi per la società e per elaborare tramite simboli e rituali un percorso di approfondimento interiore per migliorare se stessi e il contesto in cui si vive…

C’è un inizio storico della massoneria?
Mah …si può fare la data del 24 Giugno 1717, quando quattro logge londinesi si coordinarono ufficializzando la nascita di quella che venne definita “Massoneria Moderna”, dato che la Massoneria esisteva già prima. Molti si rifanno al mito di Hiram e del Re Salomone. E altri citano gli Esseni che vissero in comunità con regole molto severe in Palestina dal II sec a C, per non parlare poi delle corporazioni artistiche dei costruttori, architetti, scalpellini, ecc. che tendevano a circondarsi di mistero per salvaguardare i loro segreti di categoria e ricavarne un trattamento privilegiato dai loro committenti più importanti. Fu proprio l’unione di queste corporazioni a dare vita alla “Massoneria Operativa” .

Questo attorno al 1300. E poi, cosa accadde?
Progressivamente le “Ghilde” persero le guarentigie e le esenzioni di cui godevano. Anche la grande architettura subì un drastico rallentamento che sfociò nell’inevitabile crisi della “Massoneria Operativa” che si trasformò in Massoneria Speculativa verso la metà del 1600 quando i Fratelli approfondiscono il proprio interessamento al lato morale ed etico dell’uomo per edificare templi di buoni principi anziché costruire templi o fortezze in pietra.

E in Piemonte?
Sappiamo di una loggia torinese presente dal dicembre del 1765, quando fu fondata dal Gran Maestro di Londra. Si chiamava “Saint Jean de la Misterieuse”, forse per la difficoltà di lavorare all’aperto. Comunque i massoni non avevano vita facile. Basti pensare ai provvedimenti oppositivi di Vittorio Amedeo III, che decisamente antigiacobino e in ossequio all’invito dei pontefici, prese una netta posizione contraria alla massoneria che, in quel frangente, peraltro, coinvolgeva molti nobili ( penso all’officina del conte Asinari di Bernezzo…).
Già, ma poi l’aria cambia: c’è la Rivoluzione Francese e …Napoleone che arriva in Italia!
Sì, nel 1796 Napoleone costringe il Piemonte alla resa – e alla cessione di Nizza, Savoia, Breglio e Tenda- e nasce la Repubblica Cisalpina. Si riversarono in Italia molti funzionari e molti massoni d’oltralpe con una rinascita anche delle logge a Torino e la “Réunion” che operava in città dagli inizi del 1802 cominciò ad esercitare una certa autonomia dal Grande Oriente di Francia.
Napoleone aveva tutto il “Gotha” imperiale ai vertici del Grande Oriente francese. Così, nel 1805, oltre alla ripresa dei lavori delle logge già citate, (a parte la Réunion di Torino che confluì nell’Amitié Eternelle) si attivano nuove logge ad Acqui, Alba, Casale, Novi Ligure, Pinerolo, Saluzzo e Vercelli. E furono logge importanti che vennero frequentate da molti personaggi piemontesi, come D’Azeglio, per fare un esempio.

E quando Napoleone tramontò?
Nuova brusca interruzione.
Il 10 giugno 1814, il re di Sardegna,Vittorio Emanuele I, restaurato sul suo trono sabaudo proibì le congreghe e le adunanze segrete, specie quelle definite “dei liberi muratori”, prevedendo la reclusione fino a cinque anni di carcere. Tutti a quel punto si rendono conto che non si può rischiare… Fu solo tanti anni dopo che il giornale torinese “La Ragione” invitò i lettori , nel 1856, a confrontarsi su un “Nuovo programma dei Liberi Muratori”, stilato da una loggia belga : i tempi erano maturi per riaprire i giochi. Se ne accorse anche Cavour che inizialmente io non stimavo molto, ma che il mio amico Costantino Nigra mi presentò con ammirazione e che io imparai a conoscere ed apprezzare nel tempo.

Ma Cavour era massone?
Preferirei rispondere dopo … ma comunque io ce lo avrei visto proprio come Gran Maestro…Insomma , lui conosceva precisamente il ruolo svolto dalla Massoneria
e forse parte della sua strategia politica fu di circondarsi di collaboratori iniziati nelle logge torinesi.
Ma, a parte Cavour, ci fa dei nomi di politici del suo tempo anche massoni?
Solo un esempio? Crispi, Depretis, Brofferio,Teja, Bottero, Lorenzo Valerio, Cordova, Zanardelli e molti altri, per non parlare poi del parlamentare ed eroe Garibaldi. Se poi ci mettiamo gli stranieri coinvolti nelle patriottiche vicende, citerei anche solo Girolamo, detto Plon Plon: sì, proprio il cugino di Napoleone III, quello che sposò la nostra principessina Clotilde. Del resto anche l’imperatore francese…

Ma torniamo alla massoneria di casa nostra. Signor Govean, come nasce a Torino l’idea del GOI, del Grande Oriente Italiano?
Diciamo che, in una città “attraversata da un certo afflato massonico”, come dice Augusto Comba, l’elaborazione di un piano di unità per l’Italia si intrecciano con l’organizzazione su scala nazionale della massoneria e delle sue varie articolazioni da tempo sparse sulla penisola. L’8 ottobre 1859 a Torino abbiamo costituito la loggia “AUSONIA” . Scegliemmo un nome evocativo e poetico, utile ad indicare l’Italia tutta, un termine usato anche dai Carbonari e a dicembre già parlavamo di costituire un Grande Oriente d’Italia autonomo e paritario rispetto ad altre obbedienze straniere.

Quale fu la prima sede?
Beh , all’inizio…casa mia!

…casa sua ?!?
Essendo il segretario della loggia Ausonia, mi sentiì quasi in obbligo di offrire provvisoriamente casa mia in via Stampatori 18 al secondo piano. Ci vedevamo ogni domenica alle 15; decidemmo anche di tassarci tutti con una quota mensile di 1 lira e a gennaio inaugurammo quel tempio nazionale, a cui poi aderiranno progressivamente logge italiane prima indipendenti o alle dipendenze di Grandi Logge straniere anche nell’Italia del Sud.

Ecco: il Sud. Come si pose il GOI nei confronti della massoneria palermitana? Si può parlare di una “concorrenza” tra Massonerie?
Diciamo che noi del GOI eravamo prevalentemente di indirizzo cavouriano, meno repubblichini e più monarchici …ma comunque ad un certo punto coinvolgemmo anche esponenti “democratici”, come Zambeccari e Levi.

Ed è stato comunque per questo divario che, anche per contrastare il fascino di Garibaldi vicino ai massoni palermitani, volevate dare il maglietto di Gran Maestro a Cavour?
Ecco, sì…anche un po’ per quello forse, ma ormai non ha molto senso parlarne visto che non arrivammo in tempo perchè Camillo morì, all’improvviso, all’età di 51 anni a giugno del ’61. Era la persona comunque più giusta: la nostra massoneria stava inventandosi una dimensione nazionale e per me doveva essere guidata da un uomo che rappresentasse quell’essenza moderata, ma seria e fattiva espressa dal percorso della storia. Bisognò pensare ad altri…A

nche in questo caso la sua influenza fu determinante: fu lei a fare il nome di Costantino Nigra?
Il mio amico aveva innegabilmente queste caratteristiche e… diciamo che era da eleggere, anche se era impegnato in Francia …collaboratore fidato di Cavour nei frangenti che prepararono alla seconda guerra di Indipendenza, uomo colto, intuitivo, riservato, abile diplomatico…

C’era solo un ‘piccolo’ particolare, Nigra era all’oscuro di tutto: come vi muoveste?
Beh… lo ammetto: per evitare che potesse rifiutare, lo ponemmo davanti al fatto compiuto, grazie ad un voto veloce, fatto per corrispondenza. Diciamo anche che aderirono quasi tutte le logge e Nigra accettò l’incarico.

Sottolineando però che non gli sarebbe dispiaciuto se qualcuno del consiglio gliene avesse parlato preventivamente…
Già . Comunque, l’accettazione venne ratificata e io fui eletto Reggente, facente funzione di Gran Maestro.

Prima che venisse diramato un comunicato stampa col nome di Nigra, però alcuni giornali diffusero la notizia che Gran Maestro era stato eletto Giuseppe Garibaldi. Come reagiste?
La Gazzetta del Popolo smentì la notizia e l’8 novembre venne comunicato ufficialmente il nome dell’eletto.

È vero che questo scatenò la reazione ironica dei giornali cattolici?
In effetti, soprattutto il giornale “L’Armonia” ridicolizzò la nostra defaillance nel comunicare correttamente le notizie tra di noi e all’esterno e alla fine insinuava che la rapida e spettacolare carriera diplomatica di Costantino (Nigra, NdR), fosse dovuta all’ appartenenza alla Massoneria, non alle sue capacità. Il risultato fu concorrere alla rinuncia di Nigra alla Gran Maestranza; il G.O.I. convocò velocemente un’assemblea costituente. Ma non ci fu niente da fare, Nigra ribadì le sue dimissioni…Forse troppe pressioni, troppe chiacchiere, forse troppo pesante quel fardello che tutti volevano affidare a Cavour, o forse anche troppo complesso svolgere a Parigi il suo incarico diplomatico presso l’Imperatore e al contempo avere un ruolo così ufficiale nella Massoneria italiana… Non lo so…certo non riuscii a farlo tornare sui suoi passi e mi sorprende che, come informa Carlo Novarino, a distanza di molti anni, Nigra negò addirittura la sua appartenenza alla massoneria.

Comunque ormai Torino aveva perso la sua centralità e anche il GOI…
Sì, diciamo che con il trasferimento della capitale a Firenze, nel 1865, iniziò il declino della corrente moderata cavouriana e anche la massoneria torinese non esercitò più la sua centralità nazionale: si apriva un’altra fase della storia…

Un’ ultima domanda: Palazzo Giustiniani e Piazza del Gesù? Ci potrebbe spiegare proprio in due parole di cosa si tratta?
Beh…in due parole è proprio molto riduttivo. Ma ci provo. Palazzo Giustiniani è un antico palazzo romano che fu dato in affitto al GOI nel 1898 e ne divenne la sede ufficiale dal 1901: alcuni lo definirono il “Vaticano Verde”. Mussolini nel ’26 ne acquisì una parte per il Senato e nel 1985 la Massoneria trasferì la sua sede alla villa del Vascello al Gianicolo.
Quanto a Piazza del Gesù, al numero 47 si trasferirono quei massoni che erano usciti dal GOI nel 1908 (scissione importante che prese origine da una differente veduta sul carattere laico dell’insegnamento nella scuola elementare) e che avrebbero fondato la Serenissima Gran Loggia d’Italia e successivamente, nel 1965, la Gran Loggia d’Italia degli ALAM (Antichi Liberi Accettati Muratori) ; ma già nel 1955, avrebbero aperto, su suggerimento del nuovo Gran Maestro Tito Ceccherini, l’Obbedienza alle donne (per taluni in contrasto con le antiche Costituzioni di Anderson del 1723). Attualmente la loro sede a Roma è a Palazzo Vitelleschi, via San Nicola de’ Cesarini 3 e….

Scusi, ma lei come sa tutte queste notizie aggiornate?
Suvvìa…Dai siti ufficiali in Internet, evidentemente!

Vignette di Alberto Calosso
di Rosita Ferrato e Maria Cristina Sidoni

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